Di che cosa parla

Nediel è un ragazzo di tredici anni, un giovane abitante della Terra di Niquam, una splendida regione circondata dai meravigliosi Monti Sorgente e da una profonda lingua di mare ancora inesplorata. Un giorno, mentre accompagna la carovana del padre, il suo villaggio viene attaccato dai Primitivi, entità mostruose che si nutrono della forza vitale degli esseri umani. Durante lo scontro, Nediel assiste al prodigio: un uomo, incurante del pericolo, riesce ad assorbire quelle creature terrificanti grazie all’utilizzo di una pietra luminosa. Il ragazzo viene così tratto in salvo e il misterioso condottiero decide di portarlo con sé per tenerlo al sicuro da eventuali incontri con le forze demoniache. L’uomo, di nome Yanagar, si presenta come un Custode della Pietra Celeste e rivela al giovane che, ormai, su di lui grava un indelebile marchio di sangue che lo condannerà ad essere inseguito dai Primitivi fino alla morte.

Pubblicato da Libromania

Come si ottiene

Che cosa ne dicono

Recensione di Monica Bauletti

Accompagnato da un affascinante Custode, Yanagar, e da un intimorito ragazzino, Nediel ti troverai immerso in un paesaggio mutevole e fantastico, popolato da creature di ogni genere minacciate da entità oscure e crudeli che per sopravvivere devono assorbire l’energia vitale che incontrano lungo il cammino, lasciando solo desolazione e cenere. Compito del Custode è catturare gli esseri malvagi che minacciano l’equilibrio vitale di un ecosistema denso di colori, profumi, sapori e soavi melodie che una natura incontaminata sa produrre. In questo meraviglioso scenario spicca Dedris, presenza femminile carica di una sensualità tale da saturare l’ambiente che la circoda, a simboleggiare un'ipotetica madre natura. Lo stile elegante e perfetto dell’autrice Antonia Serranò ci accompagna con precisione e cura dei dettagli in questo mondo immaginario che rispecchia i pregi e i difetti della società moderna, proponendo un suo ideale di società perfetta, pur restando consapevole dell’impossibile realizzazione. L’undicesimo maestro è una bellissima storia che trasmette serenità e forza, infonde la speranza in un mondo migliore fatto di onestà, coerenza e buoni sentimenti tipici dei valorosi eroi d’altri tempi sommersi dalle molteplici velleità rincorse ad ogni costo, che affliggono la società moderna. Il finale lascia spazio a nuovi giochi e tutto è ancora possibile.

(su Amazon, 6 aprile 2014)

Recensione di Maurizio Foddai

Mentre leggevo L'UNDICESIMO MAESTRO di Antonia Serranò non ho potuto fare a meno di considerare che i generi letterari non sono altro che gli abiti con i quali gli scrittori rivestono le loro storie.
Borges diceva che le storie sono in tutto quattro. Di certo non sono molte di più.
Qui ci troviamo a seguire l'azione dell'eroe solitario, o del gruppo di eroi, che tentano di sconfiggere soverchianti forze del male. L'archetipo è riconducibile alla storia di Teseo contro il Minotauro. Il genere scelto dall'autrice e il Fantasy, ma la medesima storia potrebbe essere raccontata in chiave western (basti pensare ai film "I magnifici sette" o "Per un pugno di dollari" o al loro antesignano giapponese "I sette samurai").
L'ambientazione evoca a tratti un mondo di sopravvissuti da catastrofe nucleare, piuttosto che quello fantastico de "Il Signore degli anelli". Gli uomini non sono più la specie dominante sul pianeta Terra (perlomeno nella Terra di Niquam). Ci sono altri esseri (i Noorhei) dotati di poteri sovrumani, c'è una sorta di divinità dotata tuttavia di essenza materiale (la Pietra Celeste). E ci sono i Primitivi, esseri malvagi il cui scopo pare essere la distruzione degli altri esseri viventi, o meglio, la loro fagocitazione per assorbirne l'energia.
È l'eterna lotta del Bene contro il Male.
Ma fra le pagine del racconto s'insinua comunque un dubbio: i buoni sono davvero così buoni, visto non esitano a uccidere anche per futili motivi? I cattivi sono davvero integralmente cattivi, oppure lo sono soltanto perché sono visti attraverso la soggettiva dei buoni?
Ciò che colpisce in questo romanzo d'esordio è la solidità della struttura narrativa. L'incipit contiene il germe dell'intera vicenda, che ci mostra fin dalle prime battute nei suoi caratteri fondamentali: pericolo, violenza, lotta disperata contro la sopraffazione.
Il resto della narrazione si sviluppa attraverso la presentazione dei personaggi e dei loro conflitti, creando l'attesa crescente per lo scontro finale, che tuttavia è rimandato a un successivo episodio (L'Undicesimo Maestro è la prima parte di una saga).
In alcuni punti, la minuziosità descrittiva di un mondo che il lettore non conosce, dei suoi rituali, delle sue regole, rallenta il ritmo della narrazione. Ma il tutto è reso attraverso uno stile elegante e immaginifico.
Il finale sospeso rimanda al prossimo episodio della saga, ma ormai l'attesa è creata.
L'autrice, un'insegnante di lettere del liceo, ha rivelato di aver scritto questo romanzo per spiegare meglio ai suoi studenti i meccanismi e le strutture narrative.
Be', fortunati quegli studenti che si ritrovano in classe una professoressa che gli confeziona addirittura un romanzo inedito e per di più del genere che fra gli adolescenti va per la maggiore!

(su Amazon, 26 maggio 2014)

Chi è Antonia Serranò

Antonia Serranò è nata a Melito Porto Salvo in provincia di Reggio Calabria, ha due bambine, un marito ed è un'insegnante precaria.
L'Undicesimo Maestro è il suo romanzo d'esordio ed è il primo episodio della saga La Terra di Niquam.
La saga è nata quasi per caso. L' intenzione iniziale dell'autrice era quella di creare un racconto fantasy che avesse tutte le caratteristiche della struttura narratologica, per spiegarla in maniera più accattivante ai suoi allievi.